App per fare acquisti online, prenotare un taxi, vedere film in streaming o leggere un giornale hanno reso più immediati e fruibili servizi già esistenti, facendo affidamento su tecnologie relativamente semplici. Sono esempi di “Shallow Tech”, un termine che indica la tecnologia “di superficie” capace di trasferire sul digitale un modello di business fino a quel momento analogico e facilmente replicabile. Tanto facilmente replicabile che, indifferente a un settore ormai saturo, l’attenzione di governi e investitori si sta spostando su un mercato che fa promesse ben più radicali: quello della Deep Tech.
Che cos’è la Deep Tech
La Deep Tech è il modello di progresso tecnologico basato su innovazioni tangibili, profonde e capaci di rompere lo status quo di una determinata industria. Non un’app, quindi, ma tecnologie innovative sviluppate per affrontare problemi longevi di settori specifici, che i metodi (e le tecnologie) tradizionali non hanno saputo risolvere. Essere problem-oriented e applicare un approccio interdisciplinare sono le prime due caratteristiche adottate dalle startup della Deep Tech, seguite da un metodo ciclico di progettazione, sperimentazione e apprendimento.
Lo sviluppo di tecnologie innovative e l’impatto sulle grandi sfide di progresso sostenibile sono ambizioni perseguibili nei lunghi tempi necessari a un progetto Deep Tech, per avanzare dalle fasi embrionali, più puramente concettuali, a quelle pratiche di realizzazione. Il successo delle startup innovative è quindi indissolubilmente legato a flussi continui di investimenti: un trend che, negli ultimi anni, è in netta ascesa.
Solo nel periodo che va dal 2016 al 2020, il settore della Deep Tech ha infatti visto quadruplicare i finanziamenti, passando da 15 a 60 miliardi di dollari. Nello stesso periodo, gli investimenti privati degli “Smart Investors” sono passati da 900 milioni a 5.2 miliardi di dollari, gli accordi stipulati sono più che raddoppiati e i singoli investimenti sono cresciuti di spessore, passando da una media di 360 mila dollari a una media di 2 milioni.
I successi della Deep Tech
I dati, insomma, parlano chiaro: la tecnologia “profonda” è destinata a crescere, e l’attesa per la prossima grande svolta è stata amplificata dall’altissima visibilità di cui hanno goduto gli ultimi successi nati nell’ecosistema Deep Tech.
SpaceX
La SpaceX è stata la prima realtà a guardare allo spazio in termini commerciali: ha lanciato in orbita il primo razzo privato, ed è stata la prima compagnia privata ad arrivare fino alla Stazione Spaziale Internazionale con una sua navicella.
Il suo traguardo più importante resta però la messa a punto di un sistema di lancio orbitale riutilizzabile, un risultato raggiunto combinando vertical integration, materiali e prodotti chimici sviluppati negli ultimi vent’anni e un approccio modulare tipico della moderna ingegneria del software. Uno sforzo che, pienamente in regola con l’approccio problem-oriented della Deep Tech, è riuscito a trovare una soluzione agli elevatissimi costi dell’industria aerospaziale, riducendoli di dieci volte.
I vaccini a mRNA
Niente ha avuto tuttavia più risonanza dello sviluppo dei vaccini a mRNA. Primi ad essere utilizzati su così larga scala, i vaccini contro il Covid-19 sono stati rivoluzionari su due diversi fronti: il primo è la rapidità con cui la gestione dei dati dei prodotti farmaceutici ha permesso di far avanzare i trial e raggiungere l’approvazione necessaria all’immissione sul mercato; il secondo, invece, è all’intersezione tra tecnologie biologiche innovative, un’impostazione orientata al problema e un ecosistema tecno-scientifico propizio all’interazione tra discipline: le fondamenta di un approccio Deep Tech, che si è espresso in laboratori pienamente automatizzati in grado di testare migliaia di design biologici e fondati sul più grande database metagenomico esistente di cellule, enzimi e programmazione genetica, grazie alla convergenza di scienze biologiche, robotica e data science.
Il risultato sono vaccini più facili da sviluppare – si parla già di un vaccino universale per la maggior parte delle forme influenzali e vaccini contro i tumori – e più rapidi da produrre su larga scala.
Deep Tech del futuro
Le imprese di Deep Tech che hanno raggiunto le luci della ribalta sono solo una frazione di un sottobosco fertile e ben sovvenzionato di startup, costantemente sul punto di produrre la grande svolta che rivoluzionerà un intero mercato.
Il settore dei trasporti è uno dei più interessanti centri nevralgici della Deep Tech del futuro, ed è dove l’attenzione è più alta e i risultati più vicini: le macchine che si guidano da sole diventeranno possibili grazie a sensori, intelligenze artificiali e sistemi di navigazione basati sul machine learning che stiamo mettendo a punto oggi. Intanto, la startup tedesca Lilium sta sviluppando un servizio commerciale di taxi aerei, e ha prodotto il prototipo di un jet a decollo verticale, elettrico e silenzioso.
Nel campo delle neuroscienze, l’incontro tra l’ottica e l’optogenetica ha portato a un sistema di stimolazione dei neuroni che permette di ottenere immagini in alta risoluzione di tessuto cerebrale vivo e in attività, aprendo nuove prospettive per la comprensione del funzionamento del cervello e delle connessioni neurali, fino ad oggi rimasta sfuggente a causa delle limitazioni delle vecchie tecnologie.
Dalla produzione di carne artificiale alla creazione di materiali capaci di catturare e neutralizzare l’anidride carbonica nell’atmosfera, passando per plastiche biodegradabili, biomateriali e computer quantici scalabili, la Deep Tech stimola una visione fantascientifica del futuro, in cui verranno meno molte delle limitazioni tecniche che abbiamo considerato fino ad ora insuperabili. Ma lo sviluppo della “tecnologia profonda” e i successi già mostrati al mondo trasformano quella fantascienza in un futuro molto vicino: un futuro in cui, magari con una vecchia app, faremo arrivare un taxi volante davanti alla nostra abitazione.